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Dalle sorgenti di Capodacqua si dipartiva l'acquedotto, che, dopo oltre 11 Km., si immetteva nella città di Minturnae attraverso la porta di accesso detta Gemina o Porta Roma. Il materiale utilizzato e la particolare cura posta nell'opus reticolatum inducono a datarlo intorno alla prima metà del I secolo d.C.
Costruito in "opus cementicium" con parametro in opera reticolata e conci di tufo e calcare. E' tuttora visibile per gran parte del suo percorso e nella parte prossima a Minturnae, in zona Archi-Virilassi, si impone maestoso, con una serie ininterrotta di ben 120 arcate in fuga verso i colli. I pilastri, nella parte superiore, presentano rinforzi con un sottile strato di laterizio. |
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Gli spazi tra la linea degli archi e lo specus sono lavorati con decorazioni bicolori di forma varia: zig zag, losanghe, scacchiere, linee diagonali e parallele. Questa serie di decorazioni appare particolarmente curata nel sito contiguo alla città e, più ancora, in punti di snodo, forse, in prossimità delle "villae" suburbane e attraversamenti di strade. L'intradosso delle arcate era protetto da uno spesso strato d'intonaco tut-tora ben conservato in più punti. Non è dato di accertare se l'acqua scorresse o meno a cielo aperto, in quanto la parte alta dello specus è in stato di accentuato degrado. |
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