Pirae - Città ausone, Castrum Pirae si colloca tra la confederazione delle città aurunche che a lungo riuscirono ad opporsi all'espansione dei Romani. Di questa città restano una cinta di mura poligonali, con una porta urbana a pieno centro. Il nome alla città fù dato da un gruppo di ausoni che staccatosi da quello originario di Campodivivo, sui contrafforti degli Aurunci, discese sulla costa, lungo il corso di Rio Capo d'Acqua (Caput Acqua), e insediato nell'insenatura del promontorio di Monte d'Oro. Questi ebbero contatti con naviganti provenienti dall'Etruria, dalle coste sicule e dalla Magna Grecia, subendo influssi culturali e religiosi. Facile espansione ebbe il culto fallico (evidente in un rilievo sulla porta della città).
L'etimo della parola, secondo alcuni studiosi, starebbe a significare punta di terra o promontorio che forma un comodo approdo o porto. Il massiomo splendore della città si ebbe verso la fine dell'età del ferro. Plinio ricorda Pirae quale fiorente centro tra Formiae e Mintunae, definendolo Oppidum Pirae. Scompare dopo il 314 a.C. , anno in cui Roma, distrutte Vescia ed Ausona, ed in parte Mintunae, si assicurò il dominio sul Latium adjectum.
Tali testimonianze, sono inserite nell'Area Protetta di Gianola-Monte di Scauri che fa parte del Parco Regionale Riviera di Ulisse.