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La Sagra delle Regne - Nella seconda domenica di luglio si svolge la tradizionale e famosa Sagra delle Regne. Nella città medievale sulla terrazza di Portanova, nei pressi della chiesa di San Francesco, si ripete il magico rito del ringraziamento alla Vergine delle Grazie, in segno propiziatorio per il raccolto del grano. |
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Lo spettacolo si basa sulla “vigliatura tello ranu” in cui “gli mitituri” battono il grano con un correggiato, offrendo alla Vergine delle Grazie, ed agli astanti, chicchi di grano.
L’esibizione, sul palco, di gruppi folklorici minturnesi, italiani e stranieri. |
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Le origini della festa -
La Sagra delle Regne è una tradizione antichissima che ha mutuato le sue origini da antichi riti pagani che si svolgevano non soltanto nella civiltà romana, ma presso tutti i popoli agricoli, i quali offrivano alle Divinità le primizie naturali della terra. A Silva Maricae, ninfa della vegetazione e dei boschi di Minturnae, venivano donate le primizie vegetali e quelle dei campi coltivati. La prima traccia della Sagra delle Regne risale al 1801. La festa s’interruppe nel 1942, durante il secondo conflitto mondiale, e fu ripristinata nel 1954 da alcuni volenterosi della Pro-Minturno |
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La "Sagra" oggi - Le Regne, dunque, suggeriscono l’idea di sacri covoni di grano offerti alle divinità. Oggi le Regne si offrono alla Madonna delle Grazie, per riconoscere, innanzi tutto, Dio come autore di un’annata abbondante e, in secondo luogo, per ringraziarLo dei Suoi doni attraverso il patrocinio della Madonna. |
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L'incendio del Castello - A notte inoltrata l’incendio del castello baronale darà un senso di liberazione a questa vecchia acropoli svincolandola dal pesante fardello della sua storia millenaria; ma la storia è scritta nelle pietre del castello, nei basoli di corso Rotelli, di piazza Mercato e dei vicoli. Dopo l’incendio del castello, la folla, felice e paga, si riversa lentamente verso la piana dove sulla riva, che ha visto nel 1552 approdare il feroce corsaro Dragut, il tempo ha fatto nascere stabilimenti balneari, modernamente attrezzati. E mentre nell’aria si perderanno, come per magia, le ultime note dei canti e degli stornelli villerecci eseguiti dai gruppi folklorici, il popolo si ripromette di ritornare sull’ameno colle il prossimo anno. |
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